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Virgin Galactic cade in Borsa dopo il volo nello spazio

La Virgin Galactic – dopo essere andata nello spazio domenica 11 luglio – precipita a Wall Street, in seguito l’annuncio della vendita di azioni per 500 milioni di dollari.

Il documento presentato alla Securities and Exchange Commission – l’ente regolatore della Borsa statunitense – riporta che l’azienda fondata da Richard Branson 17 anni fa, metterà in vendita i titoli a prezzo di mercato, anche se non è stato precisato quando verrà compiuta questa operazione.

Virgin Galactic ha spiegato che prevede di utilizzare i proventi dell’offerta – che sarà gestita da Credit Suisse e Morgan Stanley – per sviluppare la propria flotta di apparecchi spaziali, per migliorare le infrastrutture ma anche – come precisa Forbes – per «co-sviluppare, acquisire o investire» in prodotti «complementari» alla sua attività.

Branson e il gruppo Virgin detengono una quota di Virgin Galactic pari al 24%.

Virgin Galactic: dal successo alla caduta

L’annuncio segue quindi il successo del test di volo, condotto a sorpresa nello spazio l’11 luglio 2021, con a bordo lo stesso Branson, che è rientrato con un atterraggio perfetto.

Nel premarket, le azioni della società erano infatti in rialzo del 7% a 44,80 dollari prima dell’annuncio della vendite di azioni.

A bordo della Virgin Galactic, è stato presente un equipaggio di due piloti – Dave Mackay e Michael Masucci – l’ingegnere Colin Bennet, l’istruttrice Beth Moses e la vicepresidente del gruppo Sirisha Bandla.

Il volo è stato posticipato di mezz’ora a causa di venti fastidiosi ed è durato circa un’ora. È partito da Truth or Consequences, cittadina del New Mexico.

Ad accompagnare il velivolo è stato un aereo a doppia fusoliera, fino all’altezza di circa 13-14 chilometri. Dopo di che, la navicella ha raggiunto i quattromila chilometri orari, fino al punto di confine tra l’atmosfera e il vuoto, tra gli 88 e gli 89 chilometri d’altezza.

Poco dopo il ritorno sulla Terra, Branson ha affermato che lo Spazio dovrebbe essere “accessibile a tutti”.

Con sè, Richard Branson ha portato un nastrino arcobaleno appuntato al petto, in ricordo delle vittime del nightclub Pulse. In un’intervista con The Mail, ha spiegato il motivo di tale scelta: “Qualcuno che ha perso una persona cara al Pulse di Orlando mi ha chiesto di farlo. Ho molti amici gay e conosco persone che hanno perso amici al Pulse”.

L’imprenditore britannico – lo ricordiamo – ha affrettato i tempi pur di anticipare tutti, soprattutto il rivale Jeff Bezos, il quale compirà il primo volto spaziale – con equipaggio Blue Origin – il prossimo 20 luglio.

La società prevede di fare fino a 400 lanci all’anno – dove i voli non costeranno meno di 250mila dollari – e ha firmato un contrato con l’Esa, Ente Spaziale Europeo, per costruire il primo spazioporto anche civile europeo a Grottaglie, in provincia di Taranto.

Infatti, tra i test pilot di Virgin Galactic, c’è anche l’italiano Nicola Pecile, ed inoltre, l’Aeronautica militare italiana effettuerà una missione spaziale, con test pilot e ingegneri del Reparto sperimentale volo di Pratica di Mare, proprio con uno dei prossimi voli di Virgin Galactic.

“Vogliamo trasformare la prossima generazione di sognatori negli astronauti di oggi e di domani. Se hai mai avuto un sogno, ora è il momento di realizzarlo. Vorrei concludere dicendo: benvenuti all’alba di una nuova era spaziale” – ha infine affermato Branson.

Tra alti e bassi dunque, l’impresa della società del miliardario londinese è comunque considerata la prima del cosiddetto “turismo spaziale”.

Foto di Pixabay da Pexels

 

 

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